L’importanza dei feedback

L’importanza dei feedback

tre domande che permettono un feedback veloce e trasparente

Un lavoratore motivato diventa un ottimo lavoratore se riceve dei feedback da parte di tutti e non solo dal capo. Il capo ha di sicuro il suo peso e contribuisce a rendere l’esperienza di lavoro più ricca di senso e più emozionante, ma i feedback non vanno intesi soltanto dal capo verso il collaboratore ma anche all’inverso c’è anche da dire che va soprattutto esteso nei confronti dei colleghi più prossimi.

Il rilascio del feedback da parte del capo può sembrare scontato ma pochi capi rilasciano feedback e pochissimi rilasciano feedback efficaci e ricchi di senso; inoltre c’è anche da considerare che, nella forma gerarchica classica, il capo, a sua volta, non riceve alcun feedback e ciò può sembrare un “gioco” a senso unico.

Interessante è il modo di rilasciare e ricevere feedback citato nel libro di Reed Hastings “L’unica regola è che non esistono regole”. Come tutti sapranno Reed Hastings è il fondatore di Netflix, azienda che oggi è leader nello streaming di contenuti video e che è diventata anche produttrice di film e serie televisive di successo.

Nel suo libro, ormai bestseller, Hastings ci porta in primo piano l’evoluzione della sua azienda guardando il lato gestionale riferito alle persone; in un capitolo discute sull’importanza del feedback prendendo in esame come, nella sua azienda, si è arrivato ad un modello semplice ma efficace. 

Come lo speed date, in cui due individui hanno un tot di minuti per raccontarsi e capire se si ha di fronte il partner corretto, anche Hastings propone un metodo simile che prende il nome di speed feedback. 

Consiste nel fare al proprio interlocutore tre domande:

  1. Comincia ….
  2. Smetti di….
  3. Continua a…

La possibilità di interloquire con il proprio capo e viceversa adottando questo feedback risulta essere una via agile e semplice per “dire cose che non avresti mai detto” in una condizione di normale gestione.

Gli individual meeting che le aziende più strutturate organizzano diventano così più semplici e diretti creando le basi anche per una “confidenza” più genuina biunivoca.

L’idea del capo che non tollera giudizi o consigli non è più di “moda”, oggi il leader deve possedere delle doti di pazienza, apertura mentale, rispetto e trasparenza; alla lista si potrebbe aggiungere di tutto, l’importante è rendere il collaboratore quanto più partecipe della vita aziendale.

Il coinvolgimento e il sacrificio del collaboratore dipendono sempre dalla gestione del proprio capo. Se un dipendente abbandona l’azienda è perché, nella maggior parte dei casi, il capo non è stato all’altezza di gestirlo.

Il capo che adotta il feedback sopra proposto attiva inevitabilmente nel collaboratore una motivazione a fare di più e soprattutto lo rende più proattivo e propositivo.

I feedback risultano essere di fondamentale importanza per il continuum di ogni azienda e soltanto con trasparenza e i giusti modi si potrà raggiungere l’eccellenza.

Accettare un feedback negativo, per entrambi le parti (collaboratore e capo), è segno di grande maturità personale e professionale. Se un collaboratore dice al proprio capo di non gradire il modo in cui gli parla, dall’altra parte è necessario focalizzarsi sul motivo per cui quella persona fa questa considerazione, non va inteso ovviamente come una mancanza di rispetto o di gerarchia.

La gerarchia esiste per i diversi ruoli che si ricoprono, non va intesa come una gerarchia da monarchia assoluta. Ancora oggi però esiste chi si ostina a trattare i propri dipendenti/collaboratori come se fossero alla stessa stregua di meri esecutori senza cervello.

La possibilità di avere dei feedback da “entrambi i lati” permette di ottenere il massimo dai propri collaboratori e aumenta il livello di engagement, molti studi in merito confermano anche che il collaboratore si accorge dell’effettivo cambiamento del proprio capo facendolo percepire come più “umano”.

Il feedback verso i colleghi pari è altresì importante, lo speed feedback sopra proposto incentiva i rapporti tra i colleghi aumentando il livello di collaborazione all’interno del team. Un team coeso è un team che condivide gioie e dolori, che è trasparente e mira allo stesso obiettivo. 

Non esistono “solisti” all’interno di buon team, esistono giocatori che mirano a vincere uniti lasciando da parte egoismo, rancori e menefreghismo. 

Il solista, se talentuoso, potrà di sicuro avere un vantaggio ma lo perde strada facendo perché rimane solo non ricevendo supporto dagli altri membri del team. Il feedback sincero ponendo le tre domande: comincia a… – smetti di… – continua a… – dà il via ad un cambiamento radicale nei rapporti e nel modo di lavorare.